OCCITANO. UNA LINGUA DA SUONARE, BALLARE E CANTARE

La riscoperta della lingua occitana nelle valli ha portato, a partire dagli anni Ottanta, anche ad una riproposizione delle antiche musiche e delle danze tradizionali presentate in chiave nuova, grazie anche all’introduzione, vicino ai tradizionali strumenti quali violini, fisarmoniche, organetti e ghironde, di strumenti nuovi come la batteria, la chitarra e il basso elettrico. Ciò ha così permesso da un lato di salvare musiche, canzoni e danze che parevano destinate all’oblio, e dall’altro di ampliare il pubblico di riferimento, avvicinando soprattutto molti giovani alla scena locale. Tutto questo processo rientra appieno nella corrente musicale del cosiddetto "folk revival".
La Valle Stura presenta anche alcuni gruppi molto importanti della scena musicale occitana.

Lou Seriol
Il gruppo più famoso della Valle è rappresentato dai Lou Seriol, formatisi nel 1992 ad Aisone, inizialmente con una formazione prettamente acustica (organetti, galoubet, voce), per poi passare nel corso degli anni a dotarsi di strumenti non del tutto tradizionali (congas, chitarra e basso elettrico), iniziando in questo modo un percorso di sperimentazione che ha dato vita al loro sound costituito da una commistione di diversi generi musicali quali il rock, il punk, lo ska e il reggae.
Nel 2000 esce il loro primo album Persi Pien che rompe con la scena occitana classica del tempo lanciando così i Lou Seriol in una serie di concerti in Italia e in Francia.
Nel 2005 viene pubblicato il loro secondo album Reviori, che si avvale di collaborazioni importanti: Papet J, voce e fondatore dei Massilia Sound System, Luigi Pastorelli, voce e fondatore del gruppo nizzardo Nux Vomica, Sergio Berardo e Dino Tron dei Lou Dalfin e il maestro Fabrizio Simondi del coro L’Escabot.
Nel 2009 si ha l’uscita dell’album live Ambe Vos registrato all'Hiroshima Mon Amour di Torino e alle Ex-Officine Bertello di Borgo San Dalmazzo (Cn) che, oltre a contenere le tracce più conosciute della band, presenta anche alcuni brani inediti, tra cui la loro versione dell’inno occitano Se chanto.  
Nel 2012 esce Maquina Enfernala, un concept album dedicato alle tematiche dell’attualità, quali televisione, immigrazione, che dimostra un sound più maturo e caratterizzato da una maggior sperimentazione sia a livello tematico sia a livello musicale.
Infine nel 2018 esce l’ultimo lavoro Occitan caratterizzato da dodici tracce nuove, tra cui una cover della canzone dei Sex Pistols "Anarchy in the UK", adattata al sound occitano, come tributo ai 40 anni delle scena punk e ai 25 anni di carriera degli scoiattoli di Aisone.

La Mesquia
La Mesquia si propone di essere coerente alla tradizione non solo mantenendo la lingua e le peculiarità musicali, ma anche utilizzando una serie di strumenti "tipici".
Nel 2011 esce il primo lavoro discografico del gruppo En l’aire ailamont, legato alla tradizione occitana, ispirato dalla vita vissuta dalle persone delle valli, dai ricordi, dai mutamenti paesaggistici e abitativi e dalla storia, dalla ricerca, dall’amore, dalla considerazione di chi e come siamo oggi e dall’osservazione di alcuni eventi o momenti di vita.
Nel 2013 esce il secondo lavoro discografico Podre, che ha conosciuto una serie di recensioni importanti, per via della capacità di traghettare la storia musicale e linguistica tipica del gruppo verso la produzione di una nuova musica.
Infine nel 2019 esce l’ultimo lavoro L’arbol, che vede come ospiti Elena Ledda e Chiara Cesano.
Di notevole importanza è anche il primo spettacolo teatrale de La Mesquia realizzato in collaborazione con l’attore Luca Occelli dal titolo Alberi, Asini, Uomini e Donne.

Lhi Destartavelà
Si chiamano Lhi Destartavelà, “gli scavezzacollo”, amano farsi trasportare dalla musica e non pensare ad altro. Lhi Destartavelà sono nati “ufficialmente” nel luglio 2008. Si sono conosciuti frequentando le lezioni e i saggi organizzati da Sergio Berardo, Simonetta Baudino e Simone Lombardo. In comune hanno la voglia e il piacere di suonare la musica tradizionale occitana, con qualche inserzione personale (alcuni pezzi sono di loro composizione), usando gli strumenti della tradizione – organetto diatonico, ghironda, flauti, galobet, cornamusa – miscelati con strumenti “moderni” come il basso elettrico e il cajon.