MOIOLA - Blocco 5

Lo Sbarramento di Moiola presenta una serie di fortini che facevano parte dell'ampio sistema difensivo costruito tra il 1940 e il 1942 da minatori ed operai lombardi e veneti per fronteggiare un eventuale attacco da parte della Francia. Si tratta per lo più di opere in caverna in buono stato di conservazione. In particolare, l'opera 5 - San Membotto classificata come un'opera grossa di tipo 15000, è una delle più grandi del Cuneese, i vari blocchi sono collegati da cunicoli in caverna, dotato di osservatorio al quinto livello. L'opera non è mai stata completata e quindi utilizzata ma doveva essere dotata di tutti gli allestimenti che avrebbero consentito la vita e l'azione in caso di sotto tiro prolungato e di superamento e accerchiamento. Alla fine del conflitto la maggior parte delle opere del Vallo Alpino occidentale in territorio italiano, vennero demolite, come previsto dal trattato di pace di Parigi del '47. Tuttavia nel Cuneese, in particolare in Valle Stura, un certo numero di queste opere non furono abbattute. Tra queste anche le opere “tipo 15.000”, di cui ne è un esempio il Blocco 5 di Moiola.

L'opera è stata riconsciuta di "interesse culturale" da parte della Sopraintendeza archeologica delle belle arti e del paesaggio per le Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo e per questo a partire dal 2023 sono inziati i lavori di recupero e valorizzazione del sito. Presto infatti,  lo sbarramento di Moiola diventerà un museo e sarà visitabile grazie ai lavori realizzati con finanziamenti della regione Piemonte e del PNRR dall'Unione Montana Valle Stura e il Comune di Moiola. 

Inoltre, l'opera non solo presenta un importante valore storico ma è anche diventata un vero e proprio habitat per alcuni animali, in particolare per la specie chitorrero che qui trovano l'ideale rifugio di svernamento. 

Maggiori informazioni su questa opera e sulle fortificazione della Valle Stura su Carta delle Fortificazioni, edita da Fraternali Editore.