OCCITANO. UNA LINGUA DA LEGGERE

L’occitano, fin dall’antichità, ha conosciuto una vera e propria fortuna letteraria, basti pensare alla poesia trobadorica.
Nelle valli del Piemonte, ad eccezione di alcuni casi, l’occitano ha invece visto un fiorire letterario solo a partire dalla seconda metà del secolo scorso, grazie al lavoro di alcuni poeti e scrittori locali.
In Valle Stura, tuttavia, esistono alcune attestazioni dell’uso dell’occitano scritto prima del XX secolo. In particolare si può fare riferimento alla transazione relativa ai confini tra il comune di Aisone e il comune di Vinadio del 1553 scritta su pergamena, contenuta nell’archivio di Vinadio e il testamento del XV sec. ritrovato nell’archivio parrocchiale di Pontebernardo.
Infine si evidenzia l’esistenza di un testo letterario recuperato da A. M. Riberi negli anni Trenta, insieme ad altro materiale in occitano, presso l’archivio parrocchiale di Argentera, attribuito al XVI secolo: il famoso Nové dell’Argentera, tipico testo legato alla tradizione della pastorale provenzale o del dramma sacro.


Jes vengu na gazeta
totoura de nouvel,
jes vengu n’ange dau ciel,
dis che na vergineta
na fa n’efan che teta,
io pa ren de plu bel

Pastours de l’Argentiero
caloun d’en aut en bas,
portoun fourmage gras

dedin la formagièro
per far la presentièro
au bon Gesù ch’es nas.

(È giunta una notizia / or ora/ é venuto un angelo dal cielo,/ dice che un verginella/
ha partorito un bambino lattante/ non c’è nulla di più bello...
I pastori dell’Argentera/ scendono dall’alto in basso/ portano formaggi grassi/ nella formaggera /per offrirli al buon Gesù che è nato)
 

Tuttavia, nonostante la presenza di questa documentazione antica, la vera e propria crescita letteraria occitana in Valle Stura si è avuta solo nella seconda metà dello scorso secolo, grazie ad una serie di autori locali.

In primo luogo va ricordato Beppe Rosso - probabilmente il maggior poeta della valle - detto Bep Rous, nato a Borgo San Dalmazzo (1935-1995) ma originario del Vallone dell’Arma, che ha scritto una serie di importanti poesie sia nell’occitano locale sia in piemontese, raccolte in un volume postumo dai suoi amici I mìou journ/Ij mè di/I miei giorni. Beppe Rosso scrisse anche alcuni racconti in occitano, tra i quali è importante ricordare Lou sihoun, apparso sulla rivista Novel Temp (n. 3 del gennaio 1977) e La storia dou Magou Sabinou, volume curato da Lucia Norbiato.

Un altro importante poeta, di cui però si conosce poco, salvo che fosse originario di Ferrere e che morì nel 1966, è Gabriele Giavelli, la cui poesia, semplice e condita di filosofia paesana, ritrae, tramite una serie di piccoli quadri, momenti di vita del suo paese d’origine.  

Di grande importanza è anche l’opera poetica di Albino Barrel (1936-2019), originario della frazione di San Bernolfo del comune di Vinadio, i cui lavori sono caratterizzati da una poetica ispirata al ritorno ad una vita più semplice, ai desideri più elementari, all’essenziale, in cui si possono incontrare le gioie più schiette e reali, che si rifanno ai suoi ricordi dell’infanzia. La sua opera poetica e di prosa in occitano è stata raccolta nel recente volume I a carcaren ilamoun (2017).

Ricordiamo ancora i lavori di Giovanni Monaco (1915-2007), detto Janot ‘d la Donia, partigiano e insegnante di Valloriate, la cui opera poetica ripercorre la vita delle piccole borgate e dona al valourian una dimensione poetica. Le sue opere sono state raccolte nel volume L’era pé jo ben bel issì, curato da Lucio Monaco.

Infine citiamo anche la traduzione del racconto dell'autore sloveno Fran Levstik "Martin Krpan" realizzata da Stefano Martini (Martin Querpan), nella variante occitana di Pontebernardo, in seguito al convegno di Stornoway (Isole Ebridi) del 1987, in occasione del quale si era dibattuto di pubblicazioni per l'infanzia nelle lingue meno diffuse.
La traduzione in occitano di Martin Krpan, racconto che narra le imprese e le peripezie di Martin Querpan, un uomo dotato di una straordinaria forza fisica, rappresenta sicuramente una delle opere meglio riuscite nella traduzione occitana dello scorso secolo.